“Una questione di punti di vista..” di Valentina Faloni (approfondimenti lezione-incontro)

5fa44f1e0e3bae9dfcdf9644b19d7001Cari Storyteller,

nel nostro secondo incontro, ci siamo confrontati sull’importanza del punto di vista nella narrazione. Una storia, qualsiasi sia la forma di racconto che scegliamo per narrarla: l’oralità, la scrittura, l’immagine, la musica, o l’interazione tra tutte queste forme, esprimerà un punto di vista personale e quindi formulato in base alla propria cultura, i propri interessi e studi, il proprio vissuto.

Il racconto si fa voce del proprio autore o di ciò che il narratore vuole portare alla luce, così inevitabilmente quella storia parlerà di noi.

Esistono differenti forme di pensiero sulla creazione narrativa, alcuni affermano che è possibile scrivere anche di ciò che non si conosce, di paesi mai visitati, di sensazioni e situazioni mai vissute, studiando e approfondendo gli argomenti di cui si vuole trattare.

Io credo che non si possa parlare di ciò che non si conosce, di ciò che non si è vissuto anche soltanto per una volta, di sensazioni che non abbiamo mai provato. Sono altrettanto sicura che si può creare – e lo si può fare anche molto bene – una realtà fatta di mondi sconosciuti e fantasiosi, di personaggi mai esistiti e posti inesplorati ma la magia sarà data dalla capacità di riportare una dimensione di esperienze reali e personali in un mondo inventato. Dal mio punto di vista – per l’appunto –  è questa la vera sfida della creazione narrativa.

“Sul senso del racconto…” di Valentina Faloni (da lezione – Incontri di Cinema 2015)

Cari storyteller, proseguono gli Incontri di Cinema e poiché il tempo è tiranno queste pagine saranno dedicate ad un approfondimento sulle forme e tecniche della narrazione che introduco prima della visione del film. Una mezz’ora non basta per parlarvi dello storytelling e insegnarvi le tecniche per ciascuna forma di produzione prevista ma è sufficiente per regalarvi degli spunti e fissare delle regole per indirizzare la vostra spinta creativa e forgiare quel flusso di pensieri e idee generate in questi incontri affinché diventino un racconto.

Nella prima lezione, banco di prova per me e per voi per questo innovativo cineforum, direi che possiamo assolutamente definirlo in questo modo, abbiamo focalizzato l’attenzione sull’importanza del senso del racconto, sulla condivisione dei contenuti e la riconoscibilità degli stessi con il nostro pubblico, su quanto un racconto sia in grado di arrivare tanto più il tema dai noi scelto ci appartenga. Niente di più vero: quando ci apprestiamo a scrivere una storia, è fondamentale che dentro di noi arda la fiamma del sentimento per quel tema, che per noi sia necessario voler raccontare proprio quell’esperienza, perché ci rappresenta, perché parla di noi, perché sa esprimere qualcosa che forse diversamente non saremmo in grado di comunicare.

Il racconto è importante per questo, perché possiamo affidare ad una storia significati che non basterebbe una vita per esprimere. Qualsiasi sia la forma di narrazione che abbiamo scelto per veicolare la nostra storia: un film, un libro, un documentario […] il nostro racconto racchiuderà un’intera esistenza, un’intera vita, con il vantaggio che le consapevolezze che abbiamo acquisito con fatica, ci saranno rivelate nel tempo della narrazione.

Narrare significa quindi saper arrivare all’essenza e svelarla, o meglio, lasciare che il fruitore (lettore o spettatore) possa svelarla e raccogliere un po’ di quell’esperienza per farla diventare sua.

Narrare è quindi uno scambio, un bellissimo scambio, per arricchire le nostre vite e dare delle risposte alle nostre domande, a volte, ancor più utile, la narrazione ci offre nuove domande a cui trovare nuove risposte, rendendoci persone sempre diverse e pronte a  nuovi punti di vista.

Narrare, creare, ricordare, riformulare ci distingue come essere umani e il modo in cui lo facciamo ci rende unici.

Per questo vi esorto a trovare una chiave, a individuare il vostro punto di vista, la vostra verità, e il vostro stile e far sì che emerga dai vostri scritti. La vostra personalità, che sia ironica, cinica, malinconica, ecc. e la drammaturgia che emergerà dai vostri scritti potrà, e dovrà diventare personale se desiderate che nel vostro racconto ci si possa riconoscere e quindi che possa essere condiviso e apprezzato dal grande pubblico.

Grazie, e alla prossima!

Buona Scrittura,

Valentina Faloni