
Ho avuto la fortuna di sentirmi dire no. Ho avuto la fortuna di chiedermi perché, e la sensazione che fosse possibile un cambiamento. Ho avuto la fortuna di misurare l’esistenza con la religione. Ho avuto la fortuna di avere la quotidianità spiegata attraverso l’istituzione, di avere regole e ‘maltollerati’ giudizi di valore. Ho avuto la fortuna di imparare attraverso la cultura, di misurarmi attraverso la creatività. Ho avuto la fortuna di crescere nei riti, di credere nelle persone, e nella natura. E poi ho avuto la fortuna di abitare il mio tempo e di sentirmi persa. Ho avuto la fortuna di capirne il perché. Ho avuto la fortuna che la caparbietà non mi abbandonasse mai nel voler trovare un senso, un ruolo, un posto, un’identità, una dimensione perduta e conquistata con l’ascolto, l’osservazione, lo studio, la riflessione, con la vita e ancora la ricerca.
Non mi sono rassegnata alla sensazione di non quadrare il cerchio e ho continuato a cercare risposte e a pormi domande. Ho capito che é importante nominare, per capire ed essere compresi. Ho capito che senza nome: non é, non c’é comprensione. Ma, senza nomi ci si riconosce lo stesso. Ho capito che c’é bisogno di un linguaggio, di un codice, di uno stile cognitivo a cui appartenere, in questo modo si può interpretare ed essere interpretati. Ho avuto la fortuna di dover tirare i fili e di dover capire. Finalmente mi é stato chiesto: chi sei, cosa hai fatto fin qui, cosa sei diventata? forse implicitamente per capire: dove stai andando?.
Ho avuto la fortuna di agire per essere e non per avere, e la fortuna di fare lo stesso nello scegliere le persone con cui condividere questo percorso, di badare all’essenza e l’anima, così facendo, mi sono resa forse il percorso più lungo e tortuoso. Mi sono misurata con la morte e ho capito di non essere eterna o almeno che il tempo che ci é dato da spendere in questa vita, non é infinito. In quel momento ho scelto di essere felice. Felicità per me significa conoscenza, intensa nel suo senso più nobile di sapienza. Felicità per me significa studio e ricerca. Felicità per me significa comprensione. Felicità per me significa equilibrio. Felicità per me significa lettura. Felicità per me significa interpretazione. Felicità per me significa consapevolezza. Felicità per me é un testo. Felicità per me é studio con impegno. Felicità é un buon maestro. Felicità sono un paio di occhiali nuovi per osservare meglio. Sono le idee, le intuizioni, i nuovi punti di vista, i simboli e la tradizione. Felicità significa pensiero critico. Felicità é quel fuoco che arde e non si spegne. Felicità è ritrovarsi e capire che ogni passo era in un unica vera direzione. Felicità è trovare le parole chiave. Serenità é per me sapersi muovere in uno spazio di significati. Possedere campi cognitivi e fare patti comunicativi.
Forse é per questo che oltre alla mania per i “testi” nell’accezione più ampia del termine nella sua dimensione comunicativa e culturale, ho una particolare attenzione per la superficie che accoglie i miei passi. Osservo “la terra” che ospiterà il mio cammino, sempre, che si tratti di una strada sterrata, di un prato, di un pavimento piastrellato. Mi piacciono le superfici che raccontano una storia. Il cammino che accoglie i miei passi deve narrare una tradizione, una cultura, un’arte. Passo dopo passo quella strada ci accompagna in un ambiente, uno spazio, ci accoglie.
Buona passeggiata.
Valentina Faloni