“Selfie” di Federico Maccheroni – Workshop 2016/2017

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Era una gioia ricevere notifiche. Era una gioia speciale vedere la nuvoletta rossa della notifica nascere e gonfiarsi sulla schermata blu della homepage. Anche il suono che l’accompagnava era un’estasi per l’udito, somigliava alle esalazioni che emettono le bollicine di plastica dei fogli da imballaggio quando le scoppi. ‘Pop’. Erano pochi minuti che aveva postato la sua foto e già aveva ricevuto una decina di ‘mi piace’ ognuno accompagnato da una leggera accelerazione del battito che gli faceva martellare il sangue contro le tempie. Guardò il suo riflesso alla finestra e ammiccò a sé stesso compiaciuto, nonostante fosse pieno giorno teneva le tapparelle abbassate per via della luce accecante che rifletteva sullo schermo. Aveva progettato da tempo di cambiare la foto del suo profilo sul social network più famoso del mondo. Era un selfie,un autoritratto scattato con il suo cellulare mentre stava prendendo il sole al mare. La scelta era stata difficile, solo le giuste modifiche alla luce che rendevano la sua pelle perfetta e il suo sorriso più luminoso lo convinsero che era quella giusta. Aggiornò nuovamente la pagina del sito web per vedere se avesse ricevuto nuove notifiche, ma invece che caricarsi, la pagina lo informava che internet era assente. Un senso di stupore misto a fastidio lo colpirono mentre cercava di capire cosa non andasse. Effettivamente la rete wi-fi era saltata. ‘Ho staccato il modem per sostituirlo con quello nuovo!’ gridò suo padre dalla stanza accanto. Immediatamente tirò fuori il suo cellulare ricordandosi solo una volta tentato di connettersi con il dispositivo che aveva terminato i dati della sua connessione. Era una congiura. Suo padre proprio quel giorno aveva dovuto scegliere per cambiare il modem, non capiva quanto fosse importate per lui capire se la foto avesse riscosso successo o meno?  Cominciò nervosamente a rigirarsi il telefono tra le mani, lo sbloccava, scorreva le foto e lo bloccava per poi ricominciare da capo. Non aveva neanche internet per chiedere a qualche amico opinioni sulla foto. Avrebbe potuto usare un messaggio normale ma ormai solo i nonni li usavano e non voleva gravare sui suoi amici facendogli spendere quei 15 centesimi di risposta. Fece un respiro profondo e decise di reagire \cercando di distrarsi. Prese il suo libro di matematica e provò a fare qualche esercizio ma senza successo. Si ritrovava puntualmente senza rendersene conto ad aggiornare la pagina web con la speranza che riprendesse vita. Decise che forse era il caso di uscire, tirò su la serranda per vedere che tempo facesse. Fuori era un pomeriggio assolato e per essere novembre inoltrato faceva caldo. Sotto casa sua si apriva un grande parco circondato da palazzoni costruiti negli anni settanta. La sua attenzione fu catturata da due ragazzi che stavano sdraiati abbracciati tra l’erba alta all’ombra di un albero che aveva le foglie che passavano dal  giallo all’arancio con una strana armonia cromatica che diffondeva un senso di tranquillità. Si concentrò nuovamente sul suo riflesso sul vetro, ora meno definito visto che aveva alzato la persiana. Si studiò il volto, prese il cellulare e lo confrontò con  la foto di lui al mare. Nella foto era più magro, aveva dei colori più chiari e un’espressione innaturale che non era sua. Si domandò se la gente vedendolo per strada lo avrebbe mai associato a quella persona ritratta nella foto se non ci fosse stato il suo nome accanto. Si tastò il volto come usano fare le persone cieche per identificare le persone che hanno di fronte, e cercò di capire quale delle due immagini di sé fosse più veritiera, quale fosse veramente lui. Una luce rossa arancio cominciò a filtrare dalla finestra  e un senso di malinconia lo prese. Non sapeva se fosse per via della consapevolezza del tempo che passava o per via di quel nodo allo stomaco causato da quella incertezza sulla sua identità. Allo stesso tempo però non poteva che restare affascinato dai colori del cielo che sembrava stesse prendendo fuoco. Un suono familiare lo riportò alla realtà. ‘Pop’. Era ripartito internet. Abbassò nuovamente le serrande e tornò ad aggiornare la sua pagina web.

Federico Maccheroni

 

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