“OTTO – Behind the scenes” di Caterina Appignani, Raffaello Cotti, Viola Giannerini, Paola Edvige Piras, Paola Sorato, Andrea Trono – Corso 2016/2017

OTTO – Behind the scenes

di Caterina Appignani, Raffaello Cotti, Viola Giannerini, Paola Edvige Piras, Paola Sorato, Andrea Trono

 

Quando penso a qualcosa, quando immagino qualcosa, lo faccio sempre attraverso una sequenza di immagini. Per ognuna di esse individuo colori, inquadrature, movimenti e stacchi. La mia descrizione di un mood o di una sensazione passa sempre attraverso l’elaborazione del fotogramma, di un fermo immagine che in un’unica composizione possa racchiudere tutto, di una colonna sonora che a partire dalla parte più bassa dello stomaco possa convogliare questa vibrazione e dare forma ai pensieri più impalpabili.

Otto è stato un pretesto, la scusa perfetta per poter raccontare un punto di vista, la sensazione di quel momento o semplicemente tutto quello che si era sedimentato in questi mesi.

Il punto di partenza è stata una domanda, la stessa che abbiamo cercato di far emergere dalle immagini. Se non ci fosse una conseguenza per tutto ciò che facciamo? O meglio, se cambiando l’ordine delle cose poi alla fine si giungesse sempre allo stesso risultato? D’altronde anche l’algebra ci viene in aiuto, con uno dei teoremi più elementari di tutti, che abbiamo imparato a conoscere sin dalle prima lezioni di matematica: “cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia”, la proprietà commutativa.

Cosa succede allora se si prova ad applicare questa proprietà anche ai gesti quotidiani, alla reiterazione delle situazioni, alla ciclicità della giornata?

Non si intende dare un giudizio, e tantomeno una soluzione o la formulazione di un altro teorema, ma solo analizzare questo dubbio e dare forma a uno scenario algebrico.

Otto, ragazzo dal nome palindromo, simmetrico e simbolo di infinito, definisce i suoi tratti attraverso le immagini delle scene e lo sviluppo della sua storia.

“Otto non sapeva perchè i suoi genitori gli avessero dato quel nome, forse era un suo avo, o semplicemente qualcuno che non conosceva. Otto si sentiva intrappolato nella reticente circolarità di quel nome, come se esso si portasse dietro una immodificabile gestualità dal quale non riusciva ad uscire. Viveva solo, ma in quella casa il verde delle pareti anni ‘60 era più ingombrante della sua barba. “

Da questa suggestione nasce il personaggio interprete del nostro racconto visivo. Per poterlo definire, tuttavia, è stato necessario un lungo processo di elaborazione e sviluppo del concept, di scrittura e ricerca visiva, fino a giungere al momento topico della creazione dell’immagine stessa. L’atto più inteso e viscerale, dove tutto si completa e prende forma, si esaurisce con la manipolazione delle sequenze, le stesse capaci di dare vita all’universo impercettibile di Otto.

di Caterina Appignani

Ho voluto immortalare attimi, che adesso saranno lì, e si potranno rivedere fra un po’ di tempo, quando nella memoria resterà solo il corto visibile su un canale Vimeo, le foto saranno lì a ricordarci quanto è stata lunga quella giornata di riprese, quanto ci siamo impegnati e come abbiamo lavorato bene in quella giornata!

In ogni caso, oltre i ricordi che resteranno e la riuscita del nostro corto, OTTO non rappresenterà forse l’inizio del mio roseo futuro da direttore della fotografia ma sono certa abbia funzionato come trampolino di lancio per una lunga e proficua collaborazione con una grande Art Director, si chiama Caterina Appignani e ne sentirete parlare….

di Paola Edvige Piras

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