“Narrare…” di Sebina Montagno – Corso 2016/2017

Narriamo per dare un volto ed un nome all’infinito stordimento che ci assale quando, sdraiati su un prato, in una limpida notte d’estate,  quel cielo immenso  ci  divora.

Narriamo perché non potremmo farne a meno, da sempre, da secoli; siamo assetati di storie perché siamo assetati di vita, narriamo fin dalla notte dei tempi, narriamo per gioco, per diletto, per esprimere, per esprimerci; le storie riempiono da sempre la vita di ognuno di noi, siamo invasi di storie perché siamo invasi di vita ed è una ricerca costante la nostra, un bisogno, una mancanza. Narrare è come cercare Dio, è come tentare di colmare quel vuoto immenso di qualcosa che le nostre piccole esistenze non sono in grado di comprendere e contenere, narrare è nostalgia e malinconia, è mancanza e desiderio, è amore e abbandono, è gioia e tormento insieme; narrare è una notte d’estate e due occhi che tremano, per me, è il  mare d’inverno e la profonda mancanza, narrare è il tempo perduto e gli amori passati, è pioggia, è neve ed è deserto … fin da bambini abbiamo bisogno di storie, abbiamo bisogno di ascoltarle, di sentirle, abbiamo bisogno di immaginare di poter trovare conforto in un altro mondo o di immergerci completamente in questo;  io narro perché sono egoista, narro perché non posso fare a meno di dare una forma, un colore, un sapore a quello che sento, narro per dare un volto ed un nome alle mie emozioni: a ciò che mi turba e a quello che mi stordisce, a ciò che mi rattrista e a tutti quegli immensi misteri che tormentano la mia anima, da sempre, narro quando ho bisogno di vomitare quel marasma interiore che non posso più trattenere,  parto da me e da me soltanto, via gli schemi, via le strutture, via tutti i viaggi e via tutti gli eroi … sento e scrivo, di impulso, d’istinto, piangendo, ridendo, sbottando … sono solo io e la mia penna che filtra, regalando materia, a ciò che sento in quel momento … narro perché oggi decido di basare su questo la mia vita ….  sul cercare di trasmettere emozioni, narro perché credo che nulla possa arrivare davvero se viene solo raccontato, trasmesso, comunicato e poi studiato ed ingabbiato in una struttura precisa che, per quanto perfetta e ben fatta, rimane sterile se non la si è colmata di quell’impulso vitale, di quell’afflato mistico, di quel trambusto interiore, che permise a Riccardo III di diventare Riccardo III, attraversando i secoli, che concesse a Tristano e Isotta o a Re Lear o ancora ad un Enrico IV di distruggere la membrana invalicabile del tempo, spezzando per sempre le sue ferree lancette per arrivare fin qui, per arrivare fino a noi; queste opere, insieme ai tormenti delle anime di coloro che le hanno generate, sono state in grado di sfidare il tempo, perché colmi di quell’immane verità, di quell’ardore emotivo, di quell’impulso vitale, di quel tormento indomabile che fa di una storia una grande storia … siamo fatti di emozioni e le emozioni sono sempre quelle … non mutano, sono poche, abbiamo imparato a conoscerle, ad accarezzarle, nel corso dei secoli; credo quindi che se narriamo, ossequiando sinceramente queste, avremmo forse un barlume di speranza che ciò che abbiamo creato possa essere vero, autentico, sincero, epidermico e quindi in grado di arrivare ed emozionare … unica, grande, vera conquista,  per questo decido, in ogni storia, di partire da me, sempre!

di Sebina Montagno

Corso di Storytelling 2016 – Docente Valentina Faloni – LUISS Business School – LUISS Creative Business Center